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In una delle fortezze più affascinanti d’Italia, il Castello Aragonese, vi è situato un convento di monache che conserva con se una storia affascinante. Prima di parlare di questa storia però è doveroso contestualizzarla parlando un po’ del Castello Aragonese di Ischia.

Il Castello Aragonese di Ischia, se vieni qui devi assolutamente visitarlo!

Il Castello Aragonese rappresenta Ischia nel mondo, chi trascorre le vacanze qui non può non fargli visita.
Ha ospitato molti personaggi storici e oggi è diventato punto di attrazione per molti turisti e centro culturale di eventi legati alla letteratura e all’arte.
Esso è di per se una fortezza che racchiude secoli di storia è formata da 13 chiese tra cui la cattedrale, alloggi per nobili e servitù, terrazzi da dove ammirare un bellissimo panorama del golfo di Napoli, un carcere, un convento di monache ed un cimitero sottostante la chiesa.

Storia del Convento delle monache Clarisse di Ischia

Il Convento delle monache Clarisse fu attivo dal 1577 al 1809 fondato dalla nobildonna napoletana Beatrice Quadra. Essa era una vedova che, dopo il suo lutto, trovò consolazione nella preghiera aprendo il convento sul castello ed ospitando all’incirca 40 monache che, all’epoca, abitavano sull’eremo di San Nicola, sul Monte Epomeo. La maggior parte di loro erano figlie primogenite di famiglie nobili destinate già dalla nascita alla vita monacale per lasciare l’eredità della famiglia al primogenito maschio.
Sotto alla chiesa principale vi è il cimitero del monastero dove i corpi senza vita delle monache venivano fatti decomporre su delle sedie in pietra forate in basso, chiamati “scolatoi” e facendo colare i liquami e le ossa che venivano raccolti in bacinelle di coccio poste al di sotto delle sedie. Da questa usanza venne fuori il termine napoletano “puozza sculà” cioè “possa tu scolare”. Questa pratica macabra veniva effettuata per riflettere sull’inutilità del corpo in quanto semplice contenitore dello spirito. Quotidianamente, le monache giungevano nel cimitero per pregare per le consorelle senza vita e per riflettere sulla morte ma rimanendo lì per diverse ore rischiavano di contrarre gravi malattie, avvolte anche mortali, a causa dell’ambiente malsano che si respirava in quel posto.
Il Convento delle monache Clarisse di Ischia venne chiuso nel 1810 in seguito alla legge di secolarizzazione emanata da Gioacchino Murat dove venivano soppressi tutti gli ordini religiosi del Regno di Napoli. Le 16 monache sopravvissute si trasferirono nel palazzo dei Lanfreschi ad Ischia Ponte e poi nel convento di S. Antonio, e le monache decedute vennero spostate nel cimitero di Ischia.
Oggi il cimitero può essere visitato ed il monastero è divenuto un piccolo albergo.

Il nome “Mortella” deriva dal dialetto napoletano “mirto” e sta ad indicare il “mirto divino” una pianta che nasce abbondantemente tra le rocce vulcaniche della collina dove si sviluppa il giardino .
La storia d’amore tra Sir William Walton e Lady Susanna Walton e di come costruirono il giardino, inizia in Argentina a Buenos Aires.
Sir William Walton, prima che conobbe Lady Susanna, ebbe una relazione per 15 anni con una donna più grande di lui che lo aiutò a far crescere la sua carriera. Nel 1947 aveva 46 anni, era single e si recò a Buenos Aires per una conferenza internazionale della Perfoming Right Society, Susanna all’epoca aveva 22 anni e lavorava per il Consolato Britannico di Buenos Aires, ad una conferenza stampa organizzata da lei, per il compositore, Sir William la notò tra i giornalisti e decise che quella donna doveva sposarla.
Fù amore a prima vista, la sera stessa il signor Walton sorprese Susanna chiedendole di sposarlo, in due settimane si fidanzarono e si sposarono dopo due mesi, facendo rimanere increduli i familiari e gli amici della coppia.
I coniugi partirono per l’ Europa più precisamente per l’Italia che William nel 1919 aveva visitato. Rimasto affascinato dalla bellezza del golfo di Napoli, William Walton scelse l’isola d’Ischia dove visse insieme a sua moglie per 35 anni.
I Walton si trasferirono a Ischia nel 1949 e acquistarono un terreno nella zona di Zaro, nel comune di Forio dove negli anni ‘60 iniziarono a costruire il giardino grazie all’aiuto dell’architetto paesaggista Russell Page, che disegnò tutta la struttura della zona della Valle. Lady Susanna, invece, si occupò della parte alta del giardino chiamata la Collina e nel corso dei lavori supervisionò la scelta delle piante e del progetto che da più di 50 anni si occupa con amore, pazienza ed energia ospitando più di 3000 specie di piante esotiche, arricchite da serre, ruscelli, laghi, fontane permettendo la coltivazione di piante acquatiche.
Nel 1991 la Mortella venne aperta al pubblico, Lady Walton creò la fondazione William Walton che, dopo la morte di quest’ultima, ereditò il giardino. Essa è un organizzazione che si occupa fino ad oggi di promuovere la musica, in particolare quella di Sir Walton e di curare il giardino.
Oggi con amore è dedizione la fondazione apre al pubblico anche numerosi eventi di musica classica e di spettacolo che vengono rappresentati in particolare nel Teatro Greco, palcoscenico che ha come sfondo il bellissimo panorama del comune di Forio.

Nato più da più di 100.000 anni il Monte Epomeo è la cima più alta dell’isola d’Ischia con i suoi 789 metri. In realtà è un vulcano sottomarino che emerge dall’acqua e dalla cui attività, secondo la storia vulcanologica di Ischia si sono formati gli apparati vulcani di Barano, Montevezzi, Capogrosso, S.Pancrazio, Citara e Sant’Angelo. Dalla formazione stratificata della pietra verde si evince, secondo l’Osservatorio Vesuviano locale, che l’ultima eruzione risale al 1302. Lungo le pendici del Monte Epomeo e per tutta la sua circonferenza si trovano i sei comuni isolani: Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Barano d’Ischia e Serrara Fontana comune dal quale si ha accesso al sentiero che conduce fino alla sua vetta e dal quale si può godere di un fantastico panorama.

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